Political Tv by Chuck Tryon

Political Tv by Chuck Tryon

autore:Chuck Tryon
La lingua: ita
Format: epub
editore: minimum fax edizioni
pubblicato: 2018-04-08T16:00:00+00:00


Conclusioni

I notiziari satirici hanno rivestito un ruolo fondamentale con il loro incessante esame del discorso politico. Quando Stewart e Colbert hanno terminato i loro programmi di lungo corso, tuttavia, è sembrato che il genere stesse attraversando un importante momento di transizione. Secondo Bill Carter il ritiro di Stewart ha significato «perdere il media critic più determinato, feroce e senza dubbio divertente degli ultimi due decenni».27 Anche se a volte Stewart è stato accusato di alimentare una cultura politica basata sullo sdegno, la sua indignazione era in gran parte al servizio di un obiettivo importante: sfidare la tv via cavo a proporre una copertura politica più responsabile. Invece Colbert, interpretando il personaggio dell’opinionista arrogante ma ignorante, ha contribuito a sottolineare l’assurdità di molti programmi di commento delle notizie in prima serata, soprattutto quando si affidavano alla «truthiness» e non alla verità. Certo, forse queste osservazioni satiriche hanno fatto poco per cambiare la nostra cultura politica (malgrado le migliori speranze di alcuni critici). Qualche giorno prima di concludere il suo programma, Stewart ha mandato in onda un montaggio in cui alcuni politici repubblicani si opponevano con veemenza a un trattato con l’Iran, ammettendo pochi secondi dopo che in realtà non lo avevano letto. Sia Stewart sia Colbert si sono dimostrati indispensabili durante i primi anni della guerra in Iraq, decostruendo le fallaci giustificazioni usate per sostenerla. Tuttavia questi programmi hanno fatto molto di più che dedicarsi a un semplice fact checking del discorso politico. Hanno enfatizzato e, nel caso di Colbert, incarnato le pose retoriche e gli assunti non dichiarati che sostengono l’opinione dominante di Washington.

Il potere di Colbert in quanto critico della cultura politica di Washington non è mai stato tanto visibile quanto durante il suo discorso del 2006 alla Cena dei corrispondenti alla Casa Bianca, un evento annuale in cui la leadership politica della città e l’ufficio stampa della presidenza si incontrano a un banchetto diventato noto come il «ballo dei nerd». Anche se i commenti di Colbert su Bush hanno ricevuto l’attenzione maggiore, i suoi «complimenti» satirici alla stampa di Washington sono ancora più importanti. Rivolgendosi ad alcuni dei giornalisti più potenti e lodandoli per non aver messo in discussione le affermazioni di Bush, ha dichiarato: «Negli ultimi cinque anni, siete stati davvero bravi: sui tagli delle tasse, sull’intelligence che riguardava le armi di distruzione di massa, sugli effetti del riscaldamento globale. Noi americani non volevamo sapere, e voi siete stati tanto cortesi da non cercare di scoprirlo». Colbert ha rincarato la dose, ribadendo che una gran parte dei giornalisti aveva ricoperto il ruolo di stenografi dell’amministrazione Bush durante la guerra in Iraq: «Però, statemi a sentire, rivediamo le regole. Ecco come funziona. Il presidente prende le decisioni. Lui è quello che decide. Il portavoce annuncia queste decisioni e voi gente della stampa scrivete quali sono queste decisioni. Prendere, annunciare, scrivere. Fate una correzione di bozze e andate a casa». Quindi Colbert, al pari di Stewart, si è dimostrato un incisivo critico dei media, svelando i fallimenti della stampa di Washington e dei politici che l’hanno manipolata.



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